Tutto quello che c’è da sapere per chi vota dall’estero:
Le elezioni del 25 settembre 2022 arrivano in leggero anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Gli expat votano per la cosiddetta “circoscrizione Estero”, che comprende quattro ripartizioni.
La legge stabilisce che possono votare nella circoscrizione Estero i cittadini italiani iscritti all’AIRE e quelli che che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano all’estero per un periodo di almeno tre mesi.
Per i residenti in Italia, il Rosatellum prevede l’elezione dei 2/3 dei parlamentari con il proporzionale, e del restante 1/3 col maggioritario: ma nella circoscrizione Estero si vota solo con la prima modalità. Sulla scheda gli elettori troveranno, quindi, un elenco di nomi tra cui scegliere.
Le preferenze (a differenza di quanto accade nella quota proporzionale in Italia) sono ammesse: si può quindi indicare il candidato preferito tra quelli presenti. L’ordine di lista conta poco, praticamente solo per una questione di impatto visivo.
A seguito della riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, i seggi riservati alla circoscrizione Estero sono complessivamente 8 alla Camera e 4 al Senato (prima erano 12 e 6). Questi seggi sono assegnati in 4 ripartizioni geografiche: 1) Europa; 2) America meridionale; 3) America settentrionale e centrale; 4) Africa, Asia, Oceania e Antartide. A tali ripartizioni spettano, rispettivamente, 3, 2, 2 e 1 seggi per l’elezione della Camera e 1 seggio ciascuna per l’elezione del Senato. Il sistema elettorale adottato nelle ripartizioni geografiche della circoscrizione Estero è formalmente proporzionale, ma alla luce del numero limitato di seggi da attribuire, è di fatto maggioritario o quasi-maggioritario. Per ciascuna lista che ha conseguito seggi, gli eletti sono individuati in base al maggior numero di voti di preferenza che hanno ricevuto.
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